In Valle Strona, dove vivono poco più duemila persone, operano numerose aziende artigianali, tutte a conduzione famigliare. La maggior parte di esse è specializzata nella lavorazione del legno.
Un tempo questa era soprannominata la “Val di cazzuj” a indicare la grande quantità di cucchiai di legno prodotti. Oggi la gamma di oggetti fabbricati è molto varia: pettini, flauti e altri piccoli strumenti musicali, pinocchi, casalinghi (piatti, oliere, macinapepe, cavatappi, contenitori e quant'altro può servire nella casa), giocattoli, soprammobili artistici e manufatti particolari. Nel panorama delle attività lavorative del mondo alpino il caso dell'artigianato valstronese si presenta con le caratteristiche dell'eccezionalità. Iniziato in secoli lontani, ha mantenuto un legame forte con le generazioni passate pur rinnovandosi di continuo.
Una leggenda narra che un uomo della Valle Strona fu fatto prigioniero durante le guerre napoleoniche a Genova. Non è chiaro se fosse un soldato, o piuttosto un renitente alla coscrizione voluta dai francesi. Durante il periodo di permanenza e prigionia a Genova egli imparò i segreti per una perfetta lavorazione e tornitura del legno.
Una volta liberato, tornò in valle dove costruì, in assoluto segreto, un laboratorio con i macchinari necessari alla tornitura, cominciando a produrre una grande quantità di oggetti da vendere al mercato di Omegna.
Il fatto provocò l'invidiosa curiosità dei vicini che alla fine, nonostante tutte le precauzioni, riuscirono a svelare i macchinari e le tecniche di quella produzione misteriosa. Così in breve la valle si riempì di laboratori che producevano oggetti in legno di ogni sorta.
Nel corso dei secoli il sapere e le competenze acquisite dagli artigiani della valle permisero l’avvio di molte attività industriali a Omegna, che nel corso del Novecento ha visto nascere un fiorente distretto specializzato nella produzione di casalinghi.
Fonte: www.comune.valstrona.vb.it
