Durante le ere glaciali dalle Alpi scendeva verso sud un imponente ghiacciaio che, in prossimità del Montorfano, si divideva in due rami: uno scendeva verso il Lago Maggiore, l’altro verso il lago d’Orta. Quando il ghiacciaio si ritirò il fiume Toce iniziò un processo di trasporto e successiva sedimentazione dei detriti, portati a valle dal suo intenso corso. Questa azione ha progressivamente portato al riempimento della depressione lasciata dal ghiacciaio e alla formazione dell’attuale piana alluvionale. Continuando ad accumulare materiale in epoche successive il Toce ha poi diviso il braccio nord-occidentale del Lago Maggiore, formando quello che oggi è il Lago di Mergozzo.
Parte della piana alluvionale formata dal Toce attualmente è inserita all’interno della Riserva naturale Speciale di Fondotoce, in cui si trova un’ampia area caratterizzata dalla crescita di un vasto canneto.
Da qui si apre la Val d’Ossola, un’aperta vallata da cui si diramano numerose valli laterali. La piana del Toce è da sempre stata un crocevia di strade e vie diverse, che dalla Penisola conducono Oltralpe: dagli antichi sentieri alla moderna ferrovia, qui sono passate nel corso del tempo merci e uomini.
Dalla piana si vedono chiaramente i segni delle cave nelle montagne circostanti, sfruttate nel corso dei secoli per ricavare blocchi di pietra venduti in Italia e all’estero. Una tra tutte è la Cava di Candoglia, da cui è stato ricavato il marmo per costruire il Duomo di Milano.
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