Tra il 1954 ed il 1959, lo storico locale Felice Pattaroni indagò sui resti di una vasta necropoli situata nella frazione Pedemonte di Gravellona, utilizzata dal V secolo a.C. al IV secolo d.C. inoltrato.
I suoi scavi documentarono almeno 126 sepolture, di cui 5 cinque attribuibili alla fine della prima Età del Ferro. Appartiene a questa fase il corredo di una interessante tomba, deposta all’interno di un recinto di pietre. Le ceneri del defunto erano collocate dentro un boccale decorato con fasce a stralucido, chiuso da una larga ciotola che fungeva da coperchio, mentre all’interno vi erano il frammento di un bracciale e due laminette in bronzo.
L’analisi delle strutture tombali e dei corredi permette la ricostruzione di molteplici aspetti della vita della popolazione stanziata nell’area, nelle sue evoluzioni da comunità celtica a insediamento pienamente romanizzato, fino alla tarda antichità.
Nel corso del tempo, si modificarono anche i riti funerari praticati dalla comunità: il rituale delle deposizioni più antiche è quello dell’inumazione, tipico dei popoli alpini. Le tombe di pieno I sec a.C. indicano l’introduzione del rito della cremazione che sarà praticato per tutta l’età romana, fino al IV secolo d.C., quando si assiste a un ritorno alla pratica generalizzata dell’inumazione.
Fonte: www.comune.gravellonatoce.vb.it